I giovani che in Italia combattono il razzismo su Instagram

La nota attivista e scrittrice italiana Esperance Ripanti, 28 anni, ha detto in un’intervista a Rivista Studio di ricordare esattamente quando ha iniziato a usare Instagram come uno strumento di attivismo. “Era il 2018, il 3 febbraio”, il giorno della sparatoria a Macerata, quando l'estremista ed ex candidato della Lega Luca Traini ha sparato a sei migranti neri, ferendoli.

Quella stessa estate, Ripanti ha lanciato gli hashtag #facciamoluce e #facciamofolla per “firmare” i suoi post su razza e razzismo. "È una forma di attivismo digitale che sono riuscita a rendere reale", mi ha detto Ripanti al telefono. "Il blocco del COVID-19 in Italia ha insegnato alle persone a comunicare tra loro senza essere nella stessa stanza", ha aggiunto.

La pandemia stessa ha messo a nudo le disuguaglianze sistemiche e la discriminazione razziale che molti influencer neri italiani, come Tia Taylor e Bellamy Okot, fondatrice del blog AfroItalian Souls, hanno sottolineato. Taylor, per esempio, ha riportato le esperienze di studenti di medicina che non sono formati su come le malattie dermatologiche appaiono sulle pelli più scure. (È un fenomeno mondiale, tanto che uno studente nero di Londra ha recentemente pubblicato un libro per aiutare il personale sanitario a identificare i sintomi sulla pelle più scura).

Attivismo vuoto?

Razzismo Brutta Storia è un'organizzazione antirazzista che esiste da più tempo di questi account Instagram, essendo stata fondata nel 2008. È composta da ricercatori, attivisti e artisti provenienti da ambienti razzializzati, pubblica articoli accademici, pezzi di opinione e organizzano conferenze e sit-in.

Lo scorso giugno, ad esempio, il gruppo ha organizzato “Decolonise the city”, una lezione pubblica sul colonialismo italiano nei giardini milanesi che ospitano la statua di Indro Montanelli. Ma un portavoce mi ha detto che nell’ultimo anno i loro “contenuti, soprattutto su Instagram, hanno avuto una portata più ampia che mai" – anche tra gli italiani bianchi disposti a parlare di razzismo per la prima volta.

Non tutte le persone nere sono state contente di questa nuova e inaspettata attenzione. “Sono stata scioccata dal numero di follower che si sono riversati sul mio profilo”, ha detto Ripanti, menzionando l’interesse improvviso degli italiani bianchi nei confronti di un dibattito sul razzismo da tempo necessario. “Mi sono sentita come se facessi parte di un trend”.



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